MOTO ONDOSO, SVOLTA STORICA!
Finalmente sembra che ci siamo! Dopo decenni d’incuria (delle amministrazioni) e di battaglie faticose e infruttuose (dei cittadini), siamo finalmente arrivati a una svolta certa. Il lavoro delle associazioni remiere, con i loro dirigenti dalla grande competenza e tenacia, è arrivato dove sembrava quasi impossibile arrivare: un metodo certo e guridicamente valido per misurare la velocità dei mezzi lagunari. Un articolo della Nuova Venezia di oggi 1 dicembre ci informa che già da alcuni giorni il metodo (chiamato SiSa) è in funzione per prova, e sta ottenendo risultati clamorosi. Ogni giorno si sono constatate ben 170 infrazioni ai limiti di velocità nei sei canali controllati. E questa volta le sanzioni si possono infliggere senza timore di contestazioni o ricorsi (come è sempre avvenuto finora) perché un’apposita legge è finalmentre stata approvata dal governo e diverrà vigente tra pochi giorni, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ci vorrà poi un periodo di assestamento e perfezionamento, ma sembra già di poter dire che l’anarchia in laguna e nei canali sta per cessare. I limiti di velocità, inutilmente indicati da cartelli posti sulle bricole e così spesso ignorati, diventeranno forse una realtà di cui tenere conto, e la civiltà potrà ritornare sulle nostre acque così crudelmente martoriate dopo l’avvento dei motori marini. L’articolo qui sotto illustra i dettagli dell’importante avvenimento. Così sta forse per avverarsi il grande sogno di Pax in Aqua, l’associazione fondata negli anni novanta del secolo scorso dal giornalista e scrittore Silvio Testa e della quale io stesso che scrivo queste righe sono stato un attivissimo (ma frustratissimo) presidente fino all’anno 2004.
Emozioneven ancora incredulità. Grande vittoria! Sperando nell’attuazione…
Sono molto favorevole al rispetto della Laguna, ad un controllo della velocità e del moto ondoso, ma….
Temo cambierà poco o nulla, non son convinto si possa gioire così tanto.
Presumo che i limiti dove ci siano le telecamere siano anche troppo bassi, i motori marini sono stati inventati e non siamo più nella preistoria, sono cmq d’accordissimo che vadano usati però con una certa consapevolezza o se vogliamo dipingerli come i demoni della Laguna e tornare tutti ai remi, spegniamo la luce e riaccendiamo le candele.
Dicevo troppo bassi perché? Perché ingolferanno i canali, sia quelli piccoli che il Canale Grande, rendendo paradossalmente il traffico poco fluido, congestioneranno punti nevralgici e renderanno ancor più difficili gli spostamenti delle persone, che fin che son turisti, chissenef…ma pure dei pochi veneziani rimasti.
Dall’altra parte, in tutte le zone della Laguna invisibili a Sisa, tutti i mezzi, taxi, merci, privati, granturismo, ACTV, etc etc cercheranno di recuperare il tempo perso aumentando di conseguenza la velocità.
C’è poco da fare, non si vuole pensare in grande, non si pensa a tutti ma solo a sé stessi, sembra che molti cervelli siano immersi in un bicchiere d’acqua e non nella Laguna Veneta, pazienza.
Patentini per motori inferiori ai 40cv no vero? Ma si a 16 con mezza chiappa fuori dalla falca a 100km/h van bene no? O si pensa di attraversare dai Bacini verso S.Erasmo in tutta tranquillità perché ci sono le telecamere? Riordinare i canali ed i posti barca prima di fare un bando da 380 posti no? A cosa servono sti benedetti pali a testa blu per l’ormeggio temporaneo con disco orario? A marcire per lasciare una bella punta di palo ed un coccodrillo che gironzola per i canali finché qualcuno lo prende e ci rimette la vita? Magari a vent’anni, lasciando parte del cuoio capelluto su una briciola, perché non illuminata, perché senza catarifrangente o perché anch’essa esausta e divorata dalle teredini se ne navigava di notte da sola?
Sembra si sappia parlare solo di moto ondoso, forse seduti sul divano di casa credo io, ma in giro per la Laguna, giorno e notte, con il sole o con la pioggia, c’andate mai?
Sarebbe il caso di ripensare la gestione del traffico acqueo tra persone competenti, ferrate in materia, con un po’ d’acqua salata nelle vene, altro che stati generali, cosa ne capisce secondo voi, con tutto il rispetto, di barche a remi o a motore(perchè è con le barche a motore che arrivano le merci per fare la spesa al supermercato, non con le caroline a remi), i vari Zuin, Brugnaro, Agostini, Boraso o chi sta seduto nella controlroom…
La si sta solamente soffocando Venezia così, non la si sta liberando pro.rio da nulla e per dirla tutta, a chi non piace stare in mezzo a qualche ondina, probabilmente non dovrebbe salire in barca e starsene comodo sul divano.
Perdonate lo sfogo.
Pensi che io vedevo Manuel Sossich dalle mie finestre sul rio di San Martin più di trent’anni fa (forse a bordo c’era anche lei ragazzino!) e lo vedo ancora passare adesso con la sua barca da lavoro… Trovo naturale che chi guida un taxi sia più elastico riguardo al moto ondoso, ma penso che ci dovrebbe una cultura molto più forte riguardo al rispetto per le rive, le barene, le altre imbarcazioni e in generale questa nostra laguna che per tanti tassisti è solo un mezzo per far andare il tassametro. Quanto a incontrarci di persona, preferisco che continuiamo a ragionare sul web dove almeno qualcun altro può leggerci e i nostri discorsi possono uscire dal chiuso delle nostre le nostre cerchie ristrette.
Si, sono d’accordo con Lei per quanto riguarda che il correre con la barca, cosa che non fanno solamente i taxisti, sia solo uno dei molteplici modi in cui viene sfruttata Venezia.
Le confesso che provo sempre una sorta di vergogna quando mi viene chiesto che lavoro faccio, proprio perché l’immagine che la categoria a cui appartengo ha dato di sé stessa non è molto gratificante, sebbene io e anche qualche altro collega (purtroppo sempre troppo pochi, perché poi alla fine ne basta uno che corra per essere tutti additati come pirati della laguna) cerchino di fare il loro lavoro al meglio, con rispetto ed educazione verso la propria città, chi ci vive e chi venga a visitarla.
Ho però anche a volte l’impressione che i taxi a Venezia siano usati come capro espiatorio per nascondere altri mali. Non intendo dire che sia come sparare sulla Croce Rossa, ma sono bersaglio facili, come facile e redditizio sia scriverci sopra degli articoli di giornale.
Sinceramente vedo ben poche barche andare piano, le forze dell’ordine, le barche del Comune, la Sanitrans, le barche delle pompe funebri, Veritas, mototopi, ACTV, barche delle vetrerie, privati, i soliti noti taxi e anche quolle persone che predicano bene con il remo in mano ma razzolano male alla guida di barche motorizzate.
Fondamentalmente manca la cultura, la cultura del rispetto per gli altri e per la città e mi rendo conto che con teste così dure, l’unico modo sia sanzionare e se possibile sequestrare. Dall’altra parte mi dispiace però che troppo spesso non vengano toccati tasti molto importanti quali la sicurezza alla navigazione che non viene messa a rischio solo dall’alta velocità, ma anche dalla scarsissama manutenzione delle briciole il che le garantisco che è molto molto pericolosa tanto quanto la loro illuminazione praticamente assente. Anche la regolamentazione del traffico andrebbe certamente rivista, come la necessità di patenti e patentini vari, soprattutto per i più giovani che saranno gli adulti di domani.
Il vil denaro malauguratamente rende cieche e false le persone ma anche chi le governa, ci sarebbero molti altarini da svelare.
Mi auguro che il sistema Sisa sia un buon deterrente e non provochi però altre tipologie di problematiche come temo.
Ricordando che il sig. Zuin con la carica che ricopre avendo sostituito Boraso e anche su questo stendiamo un velo pietoso, usufruisce dei taxi, guarda caso gestiti da Sacco di Alilaguna (sponsor di molti regatanti in Regata Storica!!!) per ridurre i tempi di spostamento dal Lido alla città, che diverranno tempi biblici con Sisa.
Un’ultima osservazione riguarda anche la velocità necessaria comunque per governare qualsiasi barca che deve essere rapportata alla forza della corrente la quale tra scavi e Mose ha raggiunto intensità importanti e pure le condizioni meteo tra onde e raffiche di vento i 5/7 km/h sono difficili da rispettare.
Incrociando le dita nel frattempo la saluto e ringrazio come sempre del confronto.
Ah, quasi dimenticavo, a proposito di Silvio Testa, è STREPITOSO, BELLISSIMO, mi è piaciuto un sacco l’ultimo libro su Fongher!!!!
Complimenti!
Lei dice: “Sarebbe il caso di ripensare la gestione del traffico acqueo tra persone competenti, ferrate in materia, con un po’ d’acqua salata nelle vene, altro che stati generali”. Ma purtroppo le persone che stanno in barca tutto l’anno e con tutti i tempi meteo sono anche quelli che hanno più interesse a andare forte e meno interesse a salvaguardare laguna, rive, barene. L’ho visto di persona cento volte ai tavoli di lavoro degli anni 90, con Michele Vianello e Michele Mognato che davano ascolto solo alle “categorie”.
Le avevo risposto, con un lungo messaggio prima del p.s. ma non è stato pubblicato, se può facilitare il nostro confronto berrei volentieri un caffè o un buon bicchiere di vino per fare due chiacchere di persona, anziché scriverci interminabili messaggi, vista l’ampiezza del discorso che stiamo trattando.
Buona serata.
P.S: comunque per mettere i puntini sulle “i”, sono nato in Campo dea Bragora, nel lontano da dove tiene “Schia”, ho cominciato ad andare in barca con il figlio più piccolo di Toni Sossich, il quale a 12 anni si era comprato un caicetto, lo portavamo da campo dee Gorne a “manesco” fino al magazzino di suo padre, caricavamo reti, Cogne e remi ed andavamo dalle parti della Certosa a pescare, è stato lui a trasmettermi la passione per le barche.
Successivamente mi sono iscritto alla Querni e lì ho praticato il canottaggio per qualche anno, con discreti risultati ed ho ancora ben presente l’effetto della fresca acqua invernale che con un onda alzata da qualche barca di passaggio, saliva sopra la prua dellajole ed andava ad infrangersi sulla mia schiena lasciandomi bello bagnato per le due successive ore di allenamento.
Ora sono preposto alla conduzione di un taxi acqueo, essendo prima passato per topi, toppette e granturismo.
È vero, mi capita di correre, a volte anche molto veloce, dove posso e quando posso, fa parte un po’ del mio lavoro e le garantisco che a parti inverse lo farebbe anche Lei e chi tiene un remo in mano, lo ho già visto fare, ciò non toglie che non sia in grado di apprezzare un bel tramonto dietro la Gnecca, un bel tuffo alle Saline, lo spettacolo del nostro Canaeasso fin che ci navigo in minima. Non piace neanche a me chi esagera, chi è avido, maleducato, ingordo ed ignorante.
E per inciso tornando al libro su Fongher, pure lui ci passava giorni e notti intere in Laguna per profitto, pescando, ma dubito abbia mai fatto danni alla Laguna. Dipende sempre dal come si fanno le cose e da quello che c’è dentro alla testa della gente.