BANCARELLE, IL PROBLEMA E’ APPENA SFIORATO
L’assessore al Commercio del Comune di Venezia Sebastiano Costalonga ha deciso di fare un giro per almeno alcune delle bancarelle che si trovano in Lista di Spagna. Le prime tre che ha visitato presentavano due irregolarità ciascuna: aste troppo alte, merce agganciata, merce per terra. Parla con i gestori, forse affibbia delle multe. Il giorno dopo ritorna: tutto come prima. Sconsolato, si sfoga con la giornalista Monica Zicchiero: “Delle regole se ne infischiano”. Allora annuncia una “stretta”: dopo sei multe, può essere revocata la licenza al titolare. E qui si apre il vero vaso di pandora: molto spesso i gestori delle bancarelle non sono i titolari delle licenze ma dei veneziani furbetti che affittano le bancarelle ai bengalesi di turno. Sembra che spesso i “titolari” posseggano anche più licenze. Così quello che all’inizio era un modo per sostenere persone prive di lavoro o di introiti è diventato un’altra forma di sfruttamento non diversa dal caporalato. E’ questo il fenomeno sul quale il Comune dovrebbe indagare, ma non lo ha mai fatto e non sembra intenzionato a farlo. Eppure, liberare campi e rive dall’obbrobrio delle muraglie di banchetti dovrebbe essere una delle priorità di qualsiasi amministrazione, di qualsiasi colore politico. (L’articolo che segue è ripreso dal Corriere del Veneto di giovedì 3 ottobre).
Buonasera,
con rammarico devo dire che anche nei due precedenti articoli il problema è appena sfiorato.
A Venezia si guarda il dito e non si vede la Luna…