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LA “BOZZA” DI BRUGNARO, UNA VERA BEFFA

LA “BOZZA” DI BRUGNARO, UNA VERA BEFFA

Venezia si sta trasformando, perdendo residenti, perdendo attività produttive, invasa da turisti che passano, guardano i resti di un passato fastoso e glorioso, pagano i custodi di quei resti e se ne ritornano con i cellulari carichi di fotografie di ponti, calli e malinconici campielli. Al sindaco tutto questo sembra andare benissimo, perché i turisti lasciano dei mucchietti di euro nelle tasche di una minoranza di commercianti e albergatori. La storia di Venezia è finita, non ci sono più le spezie da importare o i mercati da conquistare. La storia oggi è altrove, nelle metropoli cinesi o arabe. Noi siamo qui per il loro divertimento e le loro vacanze, dobbiamo solo organizzarci sempre meglio, farli pagare sempre di più, farne arrivare un numero sempre maggiore. L’ultima trovata è geniale: gli appartamenti della città trasformati in alberghi, a costi sempre più alti per il vantaggio dei proprietari, mentre migliaia di lavoratori puliscono i locali, lavano le lenzuola e i pavimenti prima di prendere i treni e i bus che li riportano nei loro monolocali in paesi della terraferma. Tutto va bene, cara Unesco, i conti sono quasi in ordine, i proprietari di case si sono riuniti in associazioni, aumentano ogni anno di numero. Presto non ci saranno più tutti quegli anziani per le strade e neppure quei bambini che scorrazzano per campo San Giovanni e Paolo o della Bragora o di san Giacomo dall’Orio. Fioriscomo i bàcari, scorrono a fiumi gli spritz, i taxi non riescono a soddisfare tutte le richieste. Per chi proprio trova sempre da brontolare, facciamo qualche ordinanza che ponga per ora qualche parvenza di limite: magari diciamo che si possono affittare residenze solo per 120 giorni all’anno, poi vedremo, si potrà sempre parlarne.


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