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VENEZIA, I MOTORI INFURIANO

VENEZIA, I MOTORI INFURIANO

Sempre più grave si fa la situazione nella laguna di Venezia e nei canali interni alla città,  a causa delle fortissime onde provocate dai motori delle imbarcazioni. Con la parziale eccezione del Canal Grande, in tutto il resto delle nostre acque quasi nessuno rispetta i limiti di velocità (imposti, o almeno riscoperti, negli anni 1998-2000 da un eroico gruppo di residenti, chiamato Pax in Aqua, fondato dal giornalista del Gazzettino Silvio Testa. Io stesso ne sono stato presidente per qualche anno). Oggi un nuovo gruppo, chiamato Insieme, composto da ben 41 società di voga e di vela, è ritornato alla carica, dopo vent’anni di anarchia quasi totale. Ci sono state manifestazioni anche affollatissime, riunioni, promesse. Ma le eliche dei motori continuano a imperversare. Qui sotto presento due articoli della Nuova Venezia comparsi in due giorni di seguito. Il 14 maggio il giornalista Vitucci (storico esperto di barche e canali) denunciava la situazione con parole documentate e accorate; il giorno dopo, 15 maggio, sullo stesso giornale rispondono le autorità attraverso il capo dei vigili urbani Marco Agostini: non c’è il personale, non ci sono le leggi necessarie, praticamente non si può intervenire. Che le rive si sfaldino, che le barene si erodano, che le barche all’ormeggio si distruggano, che gli incidenti si moltiplichino sarà purtroppo vero, sembrano dire gli amministratori, ma intervenire… non è ancora il momento, forse più tardi.

 

 

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This Post Has 3 Comments
  1. Ripeto, non c’è la volontà di cambiare le cose ed anche il sepre citato Vitucci, dovrebbe confrontarsi di più con chi vive in laguna e viverl più intensamente lui stesso. È sempre troppo facile parlare da dietro un scrivania. Sempre pronto ad un confronto.

    1. Assolutamente d’accordo che manchi la volontà! Non ho mai capito bene perché, dato che gli elettori dovrebbero essere in favore di provvedimenti contro il moto ondoso.

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