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TICKET, LA RICETTA E’ SEMPLICE

TICKET, LA RICETTA E’ SEMPLICE

Dopo i primi due giorni di prova e le centinaia di articoli comparsi sui giornali di tutto il mondo si può cominciare a fare un consuntivo dell’esperimento di far pagare un “contributo” di 5 euro per entrare a Venezia.  Tra le tante cose dette, mi pare che le più sensate si trovino in due frasette pronunciate da un professore di architettura in un’intervista sul Corriere del Veneto (che trovate per intero cliccando qui). Lui trova che il “ticket” abbia un piccolo effetto positivo e molti effetti negativi. Riporto qui le due domande e le sintetiche risposte:

Professore, anche lei nella schiera dei detrattori del contributo?
«Non ritengo che servirà ma ha un aspetto positivo, per quanto contenuto, ossia che rappresenta un segnale. Inoltre, ai fini della raccolta di dati sulle presenze turistiche sarà utile. Per il resto…».

Per il resto?
«Non serve perché non dà una prospettiva, bensì ratifica Venezia come luogo da visitare. Il messaggio che passa è di carattere commerciale: favorisce l’attraversabilità di Venezia a pagamento, definisce una città che non è più una città, ma che diventa un parco urbano architettonico. Di fatto, la si rende più attraente al visitatore».

Mi pare che meglio di così non si possa dire in poche parole. Qui devo però aggiungere la mia ricetta: come fare per ridurre l’overtourism e riportare Venezia allo status di città con abitanti e con vita e cultura proprie? La ricetta l’ho data mille volte anche quando ero nel direttivo di Italia Nostra:

1. Urgentissimo: Ridurre le Locazioni Turistiche mettendo un limite di 60 giorni affittabili all’anno;

2. Numero chiuso solo per i gruppi organizzati non pernottanti;

3. Incentivi per la residenza e grande attenzione all’edilizia pubblica.

Semplice, non è  vero? Basta volere. Tutto il resto sono chiacchiere.

 

 

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