C’ERA IL CINEMA ACCADEMIA
Un bell’articolo di Enrico Tantucci sulla Nuova Venezia di oggi 17 marzo espone quello che può diventare un interessante dilemma per chi si occupa del futuro di Venezia come città viva e vivibile. Si sta infatti moltiplicando negli ultimi anni il fenomeno della trasformazione di palazzi e altri edifici in luoghi per mostre o esposizioni artistiche. L’articolo costituisce a questo proposito un utile promemoria perché elenca più di una decina di casi di questo tipo a partire dall’ultimo esempio, quello dell’ex cinema Accademia rimasto chiuso per decenni (ma tutti noi anziani lo ricordiamo bene: lì per esempio io ho visto “L’anno scorso a Marienbad”, 1961 e il meno colto ma ma più emozionante “Un dollaro d’onore”, 1959…), che ora diventerà una galleria d’arte. Difficile decidere se questi cambiamenti d’uso siano un progresso o rappresentino solo un altro asspetto della decadenza di Venezia come città di residenti. Ne discute con acume Giandomenico Romanelli, ex direttore dei musei civici veneziani, in un altro articolo che riporto qui sotto.
PS. Un dollaro d’onore è in inglese Rio Bravo, il film di Howard Hawks con John Wayne e Dean Martin (Dino Martini, origine italiana), il quale Martin canta, in un momento di tregua tra sparatorie, la canzone che poi diventò famosissima. che potete vedere cliccando qui (fatelo, è un bellissimo momento di cinema!) e le cui parole stupendamente semplici sono (nella seconda strofa):
Purple light in the canyons,
That’s where I long to be,
with my three great companions,
Just my rifle, pony and me.
Indimenticabile! Grande cinema Accademia!
Venice !
That’s where I long to be, but…
Meglio mostre che alberghi e la Biennale( graziea Dio che c’è e si e’ diffusa in città ) ne e’ in illustre e positivo esempio.
Però il problema di Venezia è la carenza di lavoro- specie ad alto valore aggiunto.
Ad es Istituzioni europee con persone europee. Invece si è svuotata di Assic, banche, centro scientifici internazionali, etc.
Non ci sono stati sforzi risolutivi in tal senzo ed hanno preso spazio attività prevalentemente a basso valore aggiunto.
Invece…
Proprio così Seve! Era meglio quando c’erano centri anche lavorativi!