PALAZZO GRADENIGO VENDUTO “BENE”
Dalla Nuova Venezia di oggi 29 febbraio riporto una notizia che sembra consolatoria: si è conclusa in questi giorni la vendita dello storico Palazzo Gradenigo (in campo Santa Giustina, accanto al liceo Benedetti) non a una compagnia alberghiera ma a un artista (turco di origina curda), Ahmet Gunestekin, che ne farà un centro di esposizioni e “residenze d’artisti”. Il palazzo, su sei piani, è immenso, fu costruito secondo il Lorenzetti nel Settecento e “quivi Pietro Gradenigo aveva raccolto la sua famosa collezione di libri e di codici, oggi in gran parte al Museo Correr”. (Non lontano si trovano altri palazzi sede di grandi raccolte artistiche, come Palazzo Grimani e Palazzo Zorzi oggi sede dell’Unesco). Trovate nell’articolo qui sotto molti dettagli su questa vendita (e perdonate l’autore dell’articolo che per tre volte deforma il cognome in Gradenigro). Ma a proposito di quella famiglia io vorrei qui riportare un breve capoverso dalla Vita di Bartolomeo Gradenigo (nato nel 1263, doge nel 1339) che si legge sul Dizionario Biografico della Treccani, che ci fa ricordare quanto Venezia sia legata alla sua storia (si riferisce a una “acqua alta” del 1341):
Il primo di questi “accidenti” fu la disastrosa mareggiata del 15 febbr. 1341, un’eccezionale ingressione d’acqua marina, che produsse danni rilevanti soprattutto per le merci accumulate nei magazzini a pian terreno, sommergendo gran parte della città, e che sembrò ai più un segno tangibile della collera divina e il preannuncio della fine imminente. Dallo scampato pericolo Venezia trasse comunque occasione per aggiungere un altro mattone al mito del suo esclusivo rapporto con la divinità, che interviene a soccorrerla ogni qual volta la furia degli elementi e degli uomini sembra accanirsi a suo danno.
Chissà se l’artista che fatto l’acquisto è consapevole dello spessore di storia che sta dietro quel nome, Gradenigo.