HANNO LE CASE MA NON GLI BASTA
Avete la fortuna di possedere due, tre, dieci appartamenti in una città come Venezia? Con tutta la povertà che c’è in giro, con gli sfortunati che anche in Italia aumentano di numero e non hanno neppure il puro necessario, dovreste non dico condividere i vostri privilegi, ma almeno accontentarvi di un reddito ragionevole. Affitttare i vostri appartamenti alle persone che in città lavorano e qui vorrebbero vivere, senza ore di viaggio ogni giorno dalla terraferma; gente le cui famiglie fino a ieri qui vivevano e qui avevano il loro mondo, le loro abitudini, i loro affetti. Già quegli affitti, vista l’esiguità dei salari italiani, sarebbero un peso ingiusto e quasi insopportabile. Invece voi avete visto la possibilità di usare le case come alberghi di passaggio, facendo pagare ai turisti prezzi più alti. Ciò scaccia i residenti, cambia la vita della città, fa scomparire negozi e artigiani, intasa le calli e i mezzi di trasporto. Ma rende di più. Anzi, viene anche tassato meno di qualsiuasi altra impresa commerciale. Adesso che il goverrno sembra essersene accorto e, a corto di fondi come sempre, ha leggermente aumentato la già esigua tassa che v’imponeva (dal ventuno per cento al ventisei, mentre un lavoratore medio paga oltre il trenta) state protestando e minacciando addirittura la sciopero! Intanto tutte le città ben governate stanno limitando la piaga degli “affitti brevi” in modi anche drastici (perfino la capitalistica New York li ha praticamente proibiti). Allego qui sotto un articolo della Nuova Venezia del 25 ottobre.