UNESCO, UNO SGUARDO DIETRO LE QUINTE
I giornali di oggi riportano con risalto la notizia che la Commissione Unesco incaricata di controllare la gestione dei siti Patrimonio dell’Umanità ha concluso i suoi lavori con una condanna, raccomansando all’Assemblea Generale (che si terrà in Settembre a Riad in Arabia Saudita) di inserire Venezia e la sua laguna tra i siti a rischio (cioè in pericolo di perdere la loro integrità). Tra le cause della bocciatura sono l’eccesso di turismo, la presenza delle grandi navi in laguna, il tremendo moto ondoso e l’insufficienza del Mose a proteggere Venezia nel futuro se i livelli del mare si alzeranno come previsto. La stessa raccomandazione negativa era stata presentata all’Assemblea precedente (tenutasi in Cina, due anni fa); ma allora l’assemblea aveva deciso di concedere ancora un anno al Governo italiano per sistemare le cose, o almeno per fare mosse convincenti verso un miglioramento. Il governo (che è l’interlocutore ufficiale dell’Unesco per queste materie) non solo non fece nulla, ma anzi diede piena licenza al sindaco Brugnaro di peggiorare le cose. Oggi il turismo è in aumento, il moto ondoso altrettanto, la Smart Control Room serve solo a cercare di far cassa con il turismo, la laguna sta per essere squarciata da una scogliera artificiale che la dividerà in due lungo il Canale dei Petroli.
Riporto qui un articolo della Nuova Venezia che riferisce la notizia e un secondo articolo, dello stesso giornale, che ricostruisce i precedenti (inclusa la storia di un rappresentante dell’Etiopia che, forse dietro pressioni del governo italiano, riuscì due anni fa a evitare la condanna). Inserisco anche un articolo del Gazzettino in cui Massimo Cacciari e Renato Brunetta respingono con indignazione le accuse della Commissione Unesco. Cacciari è un ex sindaco di Venezia che durante il suo mandato non fece assolutamente niente per proteggere la città dai pericoli sopra descritti. Io lo ebbi per interlocutore (attraverso la mediazione del suo vicesindaco) quando ero presidente di Pax in Aqua e fui sempre stupito dalla sua indifferenza verso il problema del moto ondoso in laguna e nei canali. Brunetta, a sua volta, in quegli anni tra il 2000 e il 2005 mi accusò nei giornali di credermi un “nuovo Masaniello” che pensava di difendere la laguna agitando il popolo contro i saggi amministratori. Ora mantengono quelle posizioni e sul presente e futuro di Venezia sembrano trovarsi d’accordo. (L’immagine qui sopra viene dal Gazzettino di oggi 1 agosto).