IL SUICIDIO DI CHIOGGIA PROCEDE CON ENTUSIASMO
Solo due anni fa il New York Times aveva sorpreso i suoi lettori (e sbalordito i veneziani) consigliando ai viaggiatori di lasciar stare Venezia, troppo carica di turisti e divenuta tutta artificiale, per andare invece nella vicina Chioggia, simile a Venezia nella struttura (o almeno così pareva agli autori dell’articolo) ma tutta genuina, con veri abitanti dediti a vere occupazioni e pochissimo influsso dell’industria turistica. Ma sembra che la cosa non sia destinata a durare. Molte compagnie di crociera che gestiscono navi “piccole” (cioè non proprio immense, ma con circa mille passeggeri) hanno stabilito di andare a Chioggia (per la difficoltà di ormeggiare a Venezia, almeno fino alla soluzione definitiva che prevede la costruzione di un porto per loro fuori della laguna). Per la stagione del 2023 si prevedono più di 50.000 (cinquantamila) crocieristi in 36 “toccate”, turisti che andranno ad ammirare le strutture di quella Venezia alternativa (e che verosimilmente prenderanno la motonave almeno una volta per scendere a passare alcune ore in quella vera attorno a Piazza San Marco). I chioggiotti sembrano felici. I commercianti sono “entusiasti” (lo riporta la Nuova Venezia). Così la città che finora era rimasta quasi integra si abbandona allegramente a quel destino che mille altre città del mondo stanno cercando di evitare, limitando crociere e locazioni turistiche. Ecco la descrizione del fenomeno in un articolo comparso sulla Nuova Venezia di oggi 16 marzo.