DUE LUTTI IN UN GIORNO
Nessuno dei due era dalla mia parte; anzi, eravamo dichiaratamente avversari. Eppure oggi leggere sui giornali della morte di Paolo Peruzza e, sulla stessa pagina, di Augusto Salvadori, mi riempie di tristezza. Eravamo giovani insieme, compagni di scuola e poi avversari nelle battaglie dialettiche nei caffè delle Zattere, sul treno da e per l’Università di Padova, e con Peruzza anche sui treni del mattino che ci portavano alle prime supplenze in paesi come Noale, Scorzè, Ceggia, San Donà. In quegli anni ci siamo formati, Peruzza comunista e appassionato lettore di Marx e Feuerbach, Salvadori all’opposto, democristiano e cattolico, quello che allora si chiamava borghese, non proprio vicino al “popolo” ma sempre nel nome della verità filosofica e del bene comune (io stavo in mezzo, contrario come sempre a tutti i dogmi, fossero della destra o della sinistra; per questo a ventisei anni me ne sono andato in America in cerca di Henry Miller e di John Steinbeck). E’ una generazione che sta tramontando. E con malinconia diciamo addio ai compagni e agli avversari mentre ci incamminiamo a nostra volta verso il tramonto.