LOCAZIONI TURISTICHE, I PROPRIETARI NON CEDONO
Non intendono affittare i loro appartamenti ai residenti. Ormai si sono abituati a guadagni più alti, le leggi vigenti lo hanno permesso, e adesso non intendono ritornare alla normalità di tutti i centri abitati. Riuniti in associazioni, stanno già preparandosi a ricorsi contro il decreto legge che autorizza i sindaci a valutare la possibilità di porre un limite alle locazioni turistiche.
A oggi 14 luglio la situazione è come segue.
1. La Camera ha approvato un emendamento al decreto Aiuti nel quale si autorizzano i sindaci a porre un limite di 120 giorni annuali alle locazioni turistiche. Si “autorizzano”, ma non si obbligano. Sarà ogni sindaco a decidere se farlo o meno. Già questa formulazione (introdotta, a quanto risulta dall’articolo del Gazzettino che riporto qui sotto, anche su pressione del ministro Brunetta, veneziano) ha annacquato il provvedimento fino a renderlo quasi inefficace.
2. Il decreto Aiuti deve ora essere approvato in Senato. Ma, come è noto, non è per nulla certo che ciò avverrà. C’è la seria possibilità che l’attuale governo cada, soprattutto perché nel decreto c’è (secondo un’incomprensibile abitudine italiana) un’infinita serie di emendamenti tra i quali uno molto contestato relativo alla creazione di un termovalorizzatore a Roma).
3. Intanto, in modo indipendente, ieri l’Antitrust ha bocciato un provvedimento che autorizzava il sindaco di Roma a limitare gli affitti brevi per turisti, perché costituirebbe una “restrizione della libertà di iniziativa economica”. I proprietari di case gioiscono e si dispongono a presentare ricorsi contro le limitazioni.
4. Per Venezia potrebbe però esistere una scappatoia, perché la limitazione delle locazioni turistiche potrebbe essere inserita nella Legge Speciale, che è in corso di revisione. Ma si tratta di un possibilità che per ora è solo teorica.
Insomma, sarà una lunga battaglia e purtroppo si concluderà con una serie di compromessi che faranno ben poco per far veramente ritornare la vita locale nelle nostre calli e nei nostri campi.
Il Gazzettino:
La Nuova Venezia: