PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA, IL MINISTRO GUADAGNA TEMPO
Il principio della prenotazione obbligatoria, e più ancora quello del contributo d’accesso, pongono problemi etici e sociali non indiffereenti. Può una città munirsi di porte o cancelli e non permettere libro accesso? Dopo tutto la Costituzione Italiana (articolo 16) stabilisce libertà di circolazione ai cittadini su tutto il territorio, salvo per ragioni “di sanità o di sicurezza.” D’altra parte una città come Venezia si vede snaturata e degradata per eccesso di strutture extra-alberghiere e anche di visitatori, pernottanti e non. Quale delle due ragioni è più forte? Come conciliare diritti civili e diritti di una città di difendersi e sopravvivere? Sono questioni importanti sulle quali una discussione è urgentissima e riguarderà non solo Venezia ma tantissime altre realtà del territorio nazionale.
Ma il ministro del Turismo Massimo Garavaglia (Lega Salvini Premier) cerca di rimandare la discussione. Prima di parlarne, ha detto, occorre “fare un’analisi seria.” Perciò ha ordinato di costituire una “banca dati delle strutture extra-alberghiere” e solo finito quel lavoro si potrà “fare un’analisi di dove, effettivamente, ci sono questi fenomeni di overtourism.” Come dire, intanto continuiamo così e poi si vedrà. Anche, ha tenuto ad aggiungere, “tenendo conto di quelle che sono le esigenze delle varie confederazioni e organizzazioni di categoria”. Ma non ha menzionato le esigenze di conservazione dei patrimoni naturali e artistici, né quelle di chi nelle città d’arte ci vive e lavora. L’rticolo che riporto qui sotto proviene dal Corriere del Veneto di oggi 9 luglio 2022.
Brugnaro – il Buono – salva Venezia dall’overtourism, ed il Ministro – il Cattivo – blocca tutto. Sceneggiate già viste, il solito “gioco delle parti”…