VENEZIA A PAGAMENTO, IL TICKET SARA’ DI SEI EURO
La giunta comunale sta mettendo a punto il sistema di pagamenti per entrare a Venezia. Un articolo di Enrico Tantucci, che riporto qui sotto, illustra i dettagli. In questo modo il sindaco Brugnaro intende “gestire i flussi turistici”. Non un sistema di prenotazioni basate su numeri da non superare, ma anzi, più gente arriva più la città incassa, specialmente nei giorni di grande afflusso nei quali la tassa sarà non di sei ma di dieci euro. I gruppi organizzati, che più di tutti contribuiiscono al degrado della città (intasando strade e trasporti e generando negozi e bancarelle di paccottiglia) non pagheranno nulla più di oggi, dato che gli autobus pagano già una tassa d’ingresso.
L’indignazione dei residenti è bene espressa in una lettera inviata ai media da un’iscritta del Comitato No Grandi Navi, lettera che vi ripropongo qui copiata integralmente perché penso che meglio di così la cosa non si potrebbe esprimere. Eccovi dunque l’articolo di Tantucci e la lettera della brava Federica Toninello.
E la lettera:
“Vivere e far vivere la città in modo migliore”. Ecco le parole con cui l’assessore al Bilancio Michele Zuin ha elogiato quello che definisce il nuovo sistema integrato di accesso a Venezia in vigore dal 1 giugno 2022, ma che nella realtà è semplicemente l’applicazione del sistema di gestione di un parco divertimenti alla nostra città. Ci sorge quindi spontanea una prima domanda da porre al sindaco Brugnaro, all’assessore Zuin e a chi ha votato a favore del nuovo regolamento: a chi si vuole far vivere meglio la città? La risposta ci pare la solita: ai turisti. Davanti a problemi come quello del trasporto pubblico, dell’impossibilità di trovare case a prezzi abbordabili e un lavoro al di fuori dell’ambito del turismo o, perlomeno, con tutele e diritti minimi, ci chiediamo con quale coraggio si possa elogiare una soluzione tanto banale e distruttiva come quella approvata ieri. Sono ben altre, infatti, le misure di cui necessitiamo in quanto cittadine e cittadini di Venezia, e i problemi appena elencati sono solo alcuni di quelli che viviamo quotidianamente.
L’utilizzo di soluzioni banali e fumose a problemi complessi non è di certo una novità in una città che secondo la logica applicata da Ca’ Farsetti non va più considerata come tale, bensì come un’esperienza a pagamento. E allora via alle prenotazioni, al conteggio delle entrate e al pagamento del biglietto! Aspettiamo anche gli sconti per il black Friday, il 2×1 nel periodo di saldi e le riduzioni per i gruppi numerosi. Va notato, poi, che il regolamento appena approvato non fa alcuna menzione del numero massimo di turisti che saranno ammessi quotidianamente.
Come verrà calcolato tale numero? In base a quali parametri si applicheranno colori diversi a giorni differenti? In che modo verrà effettuato il non facile conteggio dei turisti giornalieri e di quelli che invece risiederanno per più giorni? E se il numero di residenti nel centro storico diminuisce, aumenta il numero di turisti ammesso? Chiaramente non vi sono risposte a queste domande, per il semplice fatto che questo tanto decantato sistema integrato non è altro che un becero modo di far finta di risolvere un problema estremamente complesso e non risolvibile con misure di controllo, ma con misure di ripopolamento e ridefinizione in senso cittadino di Venezia.
È così che la misura approvata appare l’ennesimo spreco di denaro utile solo a far cassa e ad accelerare il processo di mercificazione di Venezia. Abbiamo già visto il fallimento dei tornelli, con residenti costretti ad allungare il proprio tragitto a causa di calli troppo piene di turisti e chiuse da ligi funzionari della polizia locale. In questo regolamento non leggiamo alcuna volontà di risolvere il problema della vivibilità e residenzialità, né tantomeno quello dei flussi turistici. Leggiamo, invece, l’applicazione di una visione della nostra città come territorio da sfruttare a da cui estrarre profitto. Vediamo l’ennesimo tassello del progetto di un sindaco che non vede una città ma un parco giochi. Perché controllare i flussi, se poi tutti i progetti intorno a Venezia hanno l’obiettivo di semplificare e velocizzare l’arrivo dei turisti? E’ infatti proprio di questa visione che ci parlano lo scavo del Montiron, la costruzione del terminal di San Giuliano e la volontà di mantenere la grandi navi in laguna. Ci è sempre parso chiaro, ed ora ancora di più, che gli sforzi della maggioranza non vanno di certo nella direzione di un miglioramento delle condizioni di vita di cittadine e cittadini, nè della tutela della laguna.
Noi non ci stiamo, e continueremo a batterci per una città libera, aperta e viva!