CERTA STAMPA ESTERA NON CAPISCE NIENTE
Un amico americano mi manda con gioia un articolo comparso sul numero corrente di una rivista di viaggio di grandissima tiratura, il Traveller dell’editore Condé Nast (quello di Vogue, Vanity Fair, Wired, AD). Molto letta nel mondo, Traveller dichiara una circolazione di 80.258 copie. Il mio amico era felice perché finalmente sembrava che i problemi di Venezia stessero per essere risolti. L’autrice dell’articolo, tale Jackie Caradonio, comincia con il citare una frase famosa di Henry James, scritta nel 1909: “La Venezia di oggi non è che un vasto museo… un’istituzione che si percorre assieme a branchi di altri che si guardano attorno come noi…” Ma oggi, continua l’autrice, non è più così. “Noi abbiamo trovato una città che sta combattendo per andare avanti mentre il resto del mondo resta in pausa“. Il resto dell’articolo è tutta un’esaltazione della bravura e dell’impegno di sindaco e amministratori. Il governo ha deciso di bandire dalla laguna le navi di oltre 40.000 tonnellate (sarebbero 25.000, ma forse l’autrice si riferiva al decreto precedente; che poi Marghera sia ben dentro la laguna forse non interessava); il sindaco Brugnaro ha addirittura annunciato che sta studiando un modo per imporre la prenotazione per i turisti e per limitarne il numero. “E’ come se fossimo all’inizio di una nuova era,” dice una persona intervistata (che poi si scopre essere la titolare di una ditta chiamata Venezia Autentica, che indica i “veri” locali frequentati dai veneziani e offre guide per “scoprire la Venezia nascosta assieme a un nativo della città”; poi cita anche il mio amico Fabio Carrera, che (in verità da oltre vent’anni) sta cercando di incoraggiare (senza successo) la nascita di attività commerciali non legate al turismo, e si entusiasma all’idea che Carrera sta per coinvolgere il MIT di Boston nella creazione di qualche start up. Certo, ammette l’autrice, “Venezia non si può guarire dall’oggi al domani”. Ma lei ha cenato alla Zucca, ristorante che “è rimasto attivo anche senza turisti“, e poi con il marito ha trascurato le “attrazioni” più note per visitare gli “squeri a conduzione familiare” (???) o le darsene della laguna (quella della Madonna dell’Orto?). E l’articolo si conclude con un brindisi: “A Venezia,” dissi seriamente“, con gli altri clienti della Zucca che fanno eco (forse altrettanto seriamente): “A Venezia!“.
Trovate il testo completo del memorabile articolo sul sito di Traveller, cliccando qui.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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