SU DUMAS UN ARTICOLO MEMORABILE
Oggi vi propongo la lettura di un articolo di giornale, comparso sul Venerdì di Repubblica del 4 dicembre, che mi ha colpito per l’inarrivabile qualità della scrittura. Ne è autore Marco Cicala, esperto di letteratura spagnola ma, a quanto si vede dall’articolo, anche di quella francese. Parla di Alexandre Dumas in occasione di un anniversario (150.mo dalla morte). Avevo cominciato a leggerlo un po’ distrattamente, ma già la prima pagina mi ha fatto risvegliare di colpo. Cicala ricorda con insolita vivacità l’origine meticcia di Dumas: “(Il neonato Alexandre, “scuro in volto perché il cordone ombelicale per poco non lo strangolava“) .. resterà di carnagione bruna. Suo padre, l’intrepido generalone Thomas Alexandre Davy de la Pailletterie, è infatti un mulatto nato dall’unione tra un nobile scapestrato francese e una schiava haitiana” (lo sapevo, in verità, ma Cicala lo dice molto bene). E subito dopo c’è una zampata da vero leone: “Insieme al rivale Balzac e all’amico Hugo, Dumas forma nell’Ottocento la Trinità letteraria della dismisura, della penna sfrenata, dell’ispirazione incontinente. In lui tutto è extralarge…” Non sono parole da giornalista ma da autorevole esperto di letteratura, che fanno emergere tre nomi uniti da una caratteristica che forse era sfuggita ma che ora li definisce per sempre. E poi le chicche si susseguono senza fine: “… appartiene al ristrettissimo club dei classici che rendono la letteratura un’esperienza di pura felicità”: mai lette parole così su un giornale! Poi Cicala intervista e cita in abbondanza gli specialisti Claude Schopp (“i dispositivi dei suoi romanzi sono eterni, funzionaranno sempre”) e Jocelyn Fiorina, che ha scoperto l’iscrizione di Dumas alla Giovine Italia di Mazzini e e la sua amicizia con Garibaldi, che lo nominò direttore del museo archeologico di Pompei. E poi l’incontro del “pantagruelico Aexandre” a Roma con Stendhal, incline alla malinconia mentre Dumas “è un vitalista immune alla tristezza”. E la simpatia verso i siciliani: “Non solo sono artisti come gli antichi greci, ma anche ospitali come i saraceni e fastosi come i Normanni.” E’ una lettura piena di delizie dalla prima all’ultima riga, e vi assicuro che merita lo sforzo di decifrare il testo nelle goffe immagini fotografiche che la mia mediocre capacità d’informatico è ruscita a estrarre e riprodurre qui sotto.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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