TRANQUILLI RAGAZZI, CONTINUATE A FAR ONDE!
Nel novembre del 2001 l’allora sindaco Paolo Costa era stato nominato da Roma Commissario Straordinario per la lotta al moto ondoso nella laguna di Venezia. La nomina era dovuta anche alle vigorose proteste della cittadinanza contro un fenomeno che si faceva sempre più dannoso e incontrollabile (in primo piano era l’associazione Pax in Aqua, fondata dal giornalista Silvio Testa e allora presieduta proprio da me). Costa fece solo delle mosse propagandistiche lasciando che il fenomeno aumentasse a volontà. (Prese due iniziative molto costose e totalmente inefficaci perché mai portate a termine: affidò a un’agenzia tedesca – la Trans Care – il compito di ridisegnare il sistema del trasporto di merci in laguna, ottenendo progetti e proposte subito messi nel cassetto, e comprò dai Benetton un edificio al Tronchetto dal costo di oltre oltre 30 milioni per farne un Centro d’Interscambio Merci che non fu mai realizzato).
Nel 2012, dopo anni d’inefficienza, il Comune mise insieme un sistema di telecamere chiamato ottimisticamente Argo (il mostro mitologico dai mille occhi), che in realtà sorvegliava solo il Canal Grande. Argo generava qualche rara multa che subito veniva contestata dai conducenti, quasi sempre tassisti (non mi risulta che nessuna sia stata mai pagata). L’avvocato dei tassisti Jacopo Molina (consigliere comunale del Pd) ottenne che Argo fosse dichiarato non affidabile; il Comune fece ricorso e la cosa proseguì per ben dodici anni di ricorso in ricorso fino a quando, ieri 1 agosto 2020, la Cassazione ha dato definitivamente torto al Comune e ragione ai tassisti: le sanzioni erano illegittime perché il sistema Argo non era stato tarato come doveva.
Nel frattempo gli altri canali veneziani e il resto della laguna sono stati lasciati a se stessi. Ancora per merito di Pax in Aqua erano stati ameno fissati sulle bricole dei cartelli con l’indicazione dei teorici limiti di velocità (fui io personalmente a ottenere quel modesto successo), ma oggi quei cartelli sono spesso cadenti o caduti, con l’incuria o forse anche la soddisfazione delle autorit competenti (soddisfazione perché le “categorie” degli operatori economici hanno un forte peso elettorale e chiedono solo di nonintervenire).
Questa è la Venezia del 2020, città che vorrebbe essere giudicata civile, moderna e ben amministrata.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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