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CROCIERE, IL PROBLEMA DEI POSTI DI LAVORO

CROCIERE, IL PROBLEMA DEI POSTI DI LAVORO

A causa del covid, e forse in parte anche a causa delle manifestazioni di protesta dei cittadini, le due sole compagnie che avevano previsto di riprendere le fermate a Venezia tra pochi giorni (Costa Crociere e MSC) hanno deciso di rinunciare. Andranno a Trieste, per adesso. Grande respiro di sollievo del Comitato No Grandi Navi, che aveva previsto proteste molto calde contro il ritorno: faranno invece una grande festa pubblica.
Adesso però scoppia il problema opposto: i lavoratori del porto e delle attività connesse alle crociere si sono riuniti e annunciano la loro ribellione contro il possibile abbandono di Venezia come porto crocieristico. Il fatto è che pian piano una certa economia si era sviluppata attorno alle crociere: posti di lavoro stagionali, spesso pagati male, senza futuro di carriera, senza specializzazione salvo una superficiale conoscenza di alcune lingue. Un’economia stentata e fragile, come ha dimostrato l’emergenza covid. E un’economia che danneggia fortemente l’ambiente con inquinamento atmosferico, acqueo e acustico, con sovraffollamento turistico, con fallimento di negozi di quartiere e artigiani locali, con trasformazione delle strade di Venezia in ambienti senza vita locale.
L’economia cattiva ha scacciato quella buona, ma adesso come si fa? Si possono lasciare quei lavoratori al loro destino, alla loro intraprendenza? Qui occorre un serio intervento da parte di un’amministrazione anche regionale e nazionale che deve prendersi le proprie responsabilità, permettendo o anzi stimolando un nuovo inizio che porti la città verso un destino migliore. Ma ci sono mille buone ragioni per temere che questo non succederà e che alla fine l’economia del turismo stagionale riprenderà il sopravvento.
Riporto qui sotto l’articolo della nuova Venezia di oggi che affronta il difficile argomento.

 

Il giro lungo di Checco CanalIl giro lungo di Checco Canal
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