IL PUNTO SULL’ULTIMATUM DELL’UNESCO
Il Corriere della sera, edizione del Veneto, dev’essere riuscito a procurarsi il testo
completo delle raccomandazioni della commissione Unesco, sulle quali dovrà votare
l’assemblea generale alla sua prossima riunione (spostata al 2021 a causa della
pandemia in corso). Ricordiamo brevemente: Italia Nostra e altre associazioni avevano
chiesto all’Unesco di dichiarare Venezia e la sua laguna (patrimonio dell’umanità) come
sito “a rischio”, cioè in pericolo di perdere le sue uniche qualità artistiche, naturali,
paesistiche e storiche a causa della cattiva gestione che ne stanno facendo le autorità
responsabili della sua conservazione (secondo le regole Unesco l’organo responsabile è il
governo del paese in cui si trovano i vari siti; in Italia il governo nazionale sembra
aver del tutto rinunciato alla tutela per delegarla al Comune). Dopo varie vicissitudini
(che ho riassunto nei post precedenti) l’assemblea Unesco aveva lanciato una specie di
ultimatum al governo italiano: entro un anno doveva dimostrare di adeguarsi ad alcune
“raccomandazioni”, sotto pena di vedere Venezia inclusa tra i siti a rischio. La cosa aveva
destato enorme clamore nella stampa internazionale. Il sindaco Brugnaro aveva continuato
la sua politica di monetizzazione del sito, lasciando aprire locazioni turistiche,
licenziando nuovi alberghi a Venezia e a Mestre, incoraggiando il turismo escursionistico
di massa, i plateatici, le bancarelle, i lancioni Gran Turismo e le navi da crociera. Nel
gennaio 2019 l’Unesco ha mandato una commissione per studiare quei provvedimenti.La
commissione ha parlato per una settimana con i difensori del governo e del Comune, ma
anche, sebbene solo per qualche ora, con Italia Nostra e con altre associazioni di cittadini. Questo è
bastato per smascherare i tentativi del sindaco di far passare per buone le misure che in
realtà erano pessime. Adesso la commissione ha preparato il suo rapporto, che tutti
aspettavano con ansia, e il Corriere se lo è procurato (non sarà reso pubblico fino a dopo
la votazione dell’assemblea Unesco).
Il rapporto è fin troppo cauto nel linguaggio, ma dichiara esplicitamente che la
situazione di Venezia è gravissima e che alcune misure sono urgenti (e non sono quelle
indicate dal sindaco). Tra le altre cose segnalo:
1. Il numero “estremamente alto” di visitatori “eccede largamente le capacità della
città”;
2. Per questo si chiede ai responsabili di “sviluppare misure adeguate a ridurre
sostanzialmente il numero di turisti nella città”;
3. Le navi da crociera oltre le 40.000 tonnellate non devono entrare in laguna e se non si
trovano altre soluzioni devono rivolgersi ad altri porti, come quello di Trieste.
Estraggo queste indicazioni dall’articolo del Corriere che riporto qui sotto per intero.
Non posso offrire un commento più dettagliato (e neppur lo possono le benemerite
associazioni cittadine) perché non è disponibile il testo delle raccomandazioni, cosa che
mi risulta incomprensibile. Non è l’Unesco un ente pubblico? Non deve agire in
trasparenza? Perché questi segreti?
Tuttavia, questo è quello che abbiamo e ci dobbiamo accontentare. Speriamo soltanto che
davanti all’assemblea generale Unesco le ragioni della “politica” non riescano a
sopraffare le ragioni della storia, della cultura e della civiltà.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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