RIUSCIRA’ L’UNESCO A PROTEGGERE VENEZIA?
Con una mossa di eccellente giornalismo, Enrico Tantucci della Nuova Venezia dev’essere riuscito a procurarsi il testo del rapporto finale della Commissione Unesco all’Assemblea Generale che dovrà pronunciarsi sulla gestione di Venezia come sito Unesco.
I precedenti:
1. Nel 2013 l’associazione Italia Nostra aveva denunciato all’Unesco il progressivo degrado di città e laguna e chiesto di inserire il sito tra quelli a rischio di perdere le loro uniche caratteristiche culturali e paesaggistiche (del direttivo della sezione locale faceva parte anche il vostro redattore).
2. Dopo un paio d’anni (ottobre 2015) l’Unesco ha mandato una commissione, che ha preso atto della situazione (in modo rocambolesco Italia Nostra è riuscita a incontrare la commissione malgrado gli impedimenti frapposti da sindaco e amministrazione, e solo grazie a incredibili acrobazie burocratiche della presidente Lida Fersuoch Italia Nostra è stata ammessa a parlare – per quindici minuti che sono diventati un paio d’ore).
3. La Commissione ha capito la realtà delle cose e ha fatto una relazione ottima, in cui denunciava il tremendo degrado di Venezia e laguna.
3. L’Assemblea Generale riunita a Istanbul nel 2016 accetta molte delle richieste della Commissione e dà tempo all’Italia fino a febbraio 2017 per porre rimedio.
4. Il sindaco di Venezia presenta all’Unesco dei dossier pieni solo di parole ma privi di fatti. Italia Nostra controbatte punto per punto.
5. Dopo varie vicissitudini, nel 2018 l’Assemblea Generale dell’Unesco riunita a Baku decide di concedere al governo italiano ancora un anno di tempo per porre in essere le misure richieste per mantenere Venezia nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.
6. Nel gennaio 2019 arriva a Venezia una nuova commissione che deve esaminare i provvedimenti presi e valutarne la bontà. Italia Nostra e altre associazioni (principalmente Ambiente Venezia e i Comitati No Grandi Navi) riescono a incontrare la Commissione in una seduta comune a Palazzo Zorzi (due ore, mentre Sindaco e operatori economici avevano avuto la Commissione a loro disposizione per cinque giorni). La Commissione, composta di tre membri nominati da Unesco, Icomos e Ramsar, prende nota e raccoglie dossier. E’ il suo rapporto finale quello che La Nuova Venezia è riuscita a esaminare.
Invito ora gli amici che seguono questi post a leggere con attenzione l’articolo che riporto qui sotto. In esso c’è tutto quello che può costituire un primo importante passo verso un’inversione di tendenza per la nostra città: riduzione dei flussi turistici, ritorno dei residenti, allontanamento delle grandi navi, salvaguardia della laguna, conversione delle aree industriali di Marghera. Purtroppo, come nota l’associazione Ambiente Venezia in un commento che potete leggere qui, le decisioni dell’Unesco non sono solamente tecniche ma anche e soprattutto politiche. Sta ora alle associazioni locali far sentire la loro presenza e la loro forza in tutti i modi legittimi.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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