MA IL NEW YORK TIMES SI FA DELLE ILLUSIONI

Un bell’articolo sul New York Times del 3 giugno riferisce quanto deliziosa sia Venezia quando i turisti non sono troppo numerosi. E spera che la città si possa inventare un futuro diverso dal passato recente. Cita il professor Andrea Zorzi, organizzatore di una protesta in piazza San Marco: “He argued that the virus, as tragic as it was, had demonstrated that Venice could be a better place. “It can be normal,” he said.” (Sosteneva che il virus, per tragico che sia, ha dimostrato che Venezia potrebbe essere un posto migliore. Potrebbe essere un posto normale”).
Nell’articolo l’autore, Jason Horovitz, rintraccia e intervista numerosi dei protagonisti della discussione che si sta svolgando in città a questo proposito. Ma è bastato il ponte di festa del 2 giugno per riportare ognuno alla realtà. E le parole che, fra le tante utopie, meglio rappresentano la situazione presente e futura sono state quelle di una ignara ragazza di Camponogara, così riportate nell’articolo: “It’s been a bad period. But I think it will go back to how it was before in about two or three months,” said Jessica Rossato, 28, from nearby Camponogara as she stood outside the Banco Giro bar by the Rialto Bridge. “And that’s an absolutely good thing.” In italiano: “E’ stato un brutto periodo. Ma penso che in due o tre mesi si ritornerà a com’era prima”, ha detto Jessica Rossato, della vicina Camponogara stando in piedi accanto al bar Bancogiro vicino al ponte di Rialto. “E questa sarà assolutamente una bella cosa.” (Immagine di Alessandro Grassani per il New York Times).

Cliccare qui per l’articolo completo (con bellissime immagini).

E cliccare qui per un articolo analogo su CNN Travel, nel quale si parla di “orde di turisti”.

Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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