I VENEZIANI ESISTONO ANCORA
Ecco un articolo del Gazzettino di ieri 1 giugno che riferisce un fatto quasi miracoloso. E’ successo il 31 maggio, giorno in cui era prevista la 46.ma edizione della Vogalonga in laguna. Si sa che con l’andare degli anni la Vogalonga si è trasformata in un ennesimo evento turistico, con migliaia di vogatori di tutta Europa sulle barche più disparate. Si è persa ogni “venezianità”, ogni intimità e specialmente ogni collegamento con lo scopo iniziale della manifestazione, che era la lotta contro il moto ondoso generato dai motori. La cosa era diventata, come tutto a Venezia, uno spettacolo per attrarre bevitori di aranciate e mangiatori di panini, buoni per “l’economia” e per i “posti di lavoro”. Ma adesso, con il coronavirus, la corsa è stata annullata. Allora alcuni veneziani, guidati dall’avvocato Giorgio Suppiej, infaticabile vogatore e collezionista di barche lagunari antiche, vecchie e moderne, e dall’erudito modellista e scrittore Gilberto Penzo, hanno lanciato una chiamata per la gente del luogo. E, miracolo vero, la mattina del 31 maggio si sono presentate ben cento imbarcazioni, tutte lagunari e tutte vogate da residenti.
Allora le persone che non amano la svolta turistica ci sono! Allora è forse possibile salvare una vita cittadina! Forse alla fine si capirà che le economie alternative al turismo vanno cercate e si possono trovare. Le forze locali ci sono ancora. Bisogna solo continuare a farle emergere, e potrebbero verificarsi delle grandi sorprese.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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Per rimediare basterebbe mettere una postilla al regolamento: si gareggia solo su barche veneziane come sandolo, gondola, toppo, sciopòn, mascareta etc… Che la Vogalonga si sia trasformata in un evento turistico mi sembra ovvio: questo vale anche per il Palio di Siena, per la Marcialonga, per tutte le varie manifestazioni locali. Che c’è di male ?