BRUGNARO INSISTE: TURISMO, TURISMO, TURISMO
Molti veneziani hanno sperato che dopo l’epidemia, avendo imparato la lezione, Venezia cercherà di gestire i flussi turistici in modo da non ritornare agli eccessi nei quali era
caduta. Tutti si sono resi conto che la città era stata deformata e avvilita dalla
commercializzazione turistica, e che la sua economia si era rivelata estremamente fragile.
I giornali hanno ospitato frequenti interventi di veneziani che auspicavano un futuro più
intelligente e migliore, con l’incoraggiamento di mille possibili fonti reddito e il ritorno di almeno una parte dei residenti scacciati dalle folle di passaggio.
Ma non è questo ciò che interessa al sindaco attuale. Riporto qui un articolo
dell’urbanista Paola Somma comparso sul sito Emergenza cultura (fondato nel 2016 da Tomaso Montanari) nel quale vengono esaminate le recenti dichiarazioni di Luigi Brugnaro,
dichiarazioni che vanno tutte nella direzione di un ritorno alla monocultura turistica. Il
sindaco propone addirittura di mettere in atto speciali campagne promozionali: “per far
tornare tanti turisti, bisogna rivolgersi agli influencer e organizzare aggressive
campagne di marketing”. E via di questo passo, con una lista di propositi che mostrano,
nelle parole di Paola Somma, “la strategia lucida di chi rifiuta ogni ipotesi di
progressiva riconversione di un tessuto economico organizzato in funzione di una domanda
di turismo drogata”.
La sola speranza seria per la città è che vengano presto le elezioni locali e che la nuova
amministrazione sia capace di imprimere una svolta a queste politiche. Sarà probabilmente
l’ultima occasione di sottrarre la città a un destino di brand commerciale, svuotato della
sua storia e della sua cultura. (L’immagine qui sopra è di Paola Somma).
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Il giro lungo di Checco Canal
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