BNB AGLI STUDENTI, MA NON E’ UN AIUTO
I giornali veneziani di oggi 28 aprile riportano con grande evidenza la notizia di un’intesa tra il Comune e le università veneziane per un uso almeno temporaneo degli appartamenti turistici, rimasti improvvisamente vuoti, da parte degli studenti delle università locali. L’idea era Partita dal rettore dello IUAV Alberto Ferlenga (nella foto qui sopra assieme a Brugnaro alla firma dell’intesa) che aveva notato come fossero ben trentamila le locazioni a uso turistico rimaste senza clienti, mentre gli studenti universitari sono costretti a lunghi viaggi perché non possono permettersi gli affitti (saliti alle stelle proprio a causa del turismo). All’intesa hanno aderito proprio le associazioni dei proprietari che finora avevano lucrato sulla situazione: la ABBAV (associazione dei proprietari di bed and breakfast) con la sua presidente Ondina Giacomin e la AGATA (agenzia degli operatori immobiliari per affitti turistici) con il presidente Massimo Maccatrozzo. Infatti l’intesa prevede molte clausole in favore dei proprietari, come la garanzia contro i rischi” dell’eventuale mancato pagamento del canone”. Si tratta di un passo avanti per i nostri studenti, ma non di un “incremento della residenzialità” come il sindaco Brugnaro non ha mancato di proclamare. Si tratta invece di un aiuto offerto ai proprietari di appartamenti, non alla residenzialità. Il rettore Ferlenga ha ricordato che gli studenti pagano oggi 300-400 euro mensili per un posto letto, prezzi inaccessibili per la maggioranza degli studenti. E si lascia capire che si tratta d una misura temporanea, come a dire che appena (come la ABBAV certamente si augura) riprenderà il turismo, gli studenti potranno ritornare a fare i pendolari. Il vero aiuto, come sanno tutti e come ben sa il sindaco Brugnaro, consisterebbe nel proibire l’affitto turistico per più di 60 giorni l’anno, come hanno già fatto molte città del mondo per salvarsi dall’esodo.
Leggete qui sotto l’articolo dalla Nuova Venezia di oggi.
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