PER VENEZIA UN’ECONOMIA ALTERNATIVA AL TURISMO
Anche la voce di Riccardo Calimani, storico di Venezia, ex direttore della sede veneziana della Rai, si aggiunge a quelle dei tantissimi residenti che invocano un’uscita dal soffocante abbraccio del turismo come unica salvezza per il futuro di Venezia. E come strumento per operare il cambiamento Calimani invoca una struttura che forse è l’unica che potrebbe imporsi: un “Comitato di salute pubblica”, indispensabile per opporsi ai tanti interessi economici in gioco. “Il pubblico,” dichiara Calimani nell’intervista alla Nuova Venezia che riporto qui sotto, “deve imporsi ai privati”. E continua: “Le istituzioni devono dare regole, fare un grande progetto per la città del futuro.”
Leggete qui sotto l’intera intervista come pubblicata sulla Nuova Venezia di ieri 19 aprile.
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
Compratelo qui o leggetelo qui con molte più illustrazioni.
Leggete qui una recensione sul “Gazzettino” di Venezia
Mi presento: figlio di Fiorenzo Fabbi, già Presidente della Bucintoro, primo Guardian grande della Scuola Grande di San Teodoro, commissario del Venezia calcio quando era in serie A e di Giuliana Guetta (ve la ricordate la prima Agenzia turistica veneziana, fondata dal mio bisnonno Giorgio Benedetto Guetta?). Io per Venezia non ho fatto nulla perchè mio padre mi portò a Roma quando avevo 17 anni e da allora non sono più stabilmente ritornato, ma Venezia resta sempre nel mio cuore. Pongo tardivo rimedio con una proposta che penso potrebbe essere utile alla città che, dopo l’azzeramento patito, ripartirebbe con nuove regole.
Il Visto Turistico per Venezia
L’idea è quella di servirsi di internet per risolvere, in un modo economico e praticabile, il sovrannumero turistico che si rovescia su Venezia deturpandola e costringendola ad autodeturparsi.
Tramite un software facile da realizzare, i turisti verranno divisi in due gruppi: coloro che pernottano in Comune di Venezia e coloro che intendono visitarla nell’arco di una o più giornate senza pernottarvi. Una volta censiti i posti letto disponibili A, sarà semplice determinare il numero massimo di presenze in città dato da A + B dove B è il numero dei giornalieri che non deve essere superato.
Il turista dovrà richiedere un Visto fornendo via web la sua foto, i suoi dati e i giorni della sua prenotazione alberghiera oppure prenotando la sua presenza giornaliera. In entrambi i casi egli dovrà pagare un importo pari all’imposta di soggiorno. Otterrà così un file da stampare con tutte le informazioni relative alla sua presenza in città: il Visto per Venezia. Senza il Visto stampato in tasca o sullo smartphone, egli diventa sanzionabile se pescato in giro, nè può accedere ai mezzi pubblici, operare acquisti di ogni tipo in negozi, bar, ristoranti. Senza produrre il Visto di fatto il turista non può ordinare neanche un caffè poichè chi glielo serve diventa a sua volta sanzionabile. In particolari periodi di sovraffollamento, se il numero massimo consentito delle prenotazioni viene raggiunto, automaticamente il sistema smette di erogare il Visto. Ovvio che in una stesura definitiva il Visto contemplerà esenzioni per i residenti, i pendolari, i minori, gli anziani e gli aventi diritto.
Presentato sui social e alla stampa virtuale in una versione più restrittiva e più onerosa per cogliere le reazioni dei lettori, sono giunto a questa stesura finale del progetto che di fatto coinvolge molti veneziani che dovranno verificare le carte in regola dei loro ospiti prima di servirli. Per me che ho immaginato tutto questo, con l’aiuto costruttivamente critico di una quantità di concittadini, chiedo la residenza veneziana honoris causae dato che, per nascita, cittadino veneziano lo sono già.
Grazie signor Fabbri. Come avrà sicuramente già constatato, idee simili alla sua sono già state molte volte presentate da cittadini e associazioni sia sui giornali sia sull’internet. Una prima panoramica delle proposte la può trovare sul sito del Comune cercando le audizioni di cittadini del novembre 2016 in consiglio comunale. Il Sindaco allora promise che avrebbe tenuto conto delle proposte, ma poi procedette per la sua strada, che consiste nello stipare quanti più turisti possibile in città, sia pernottanti sia giornalieri.