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NON PER POLEMICA, MA PER CAPIRE

NON PER POLEMICA, MA PER CAPIRE

In questo momento di difficoltà è assolutamente sbagliato mettersi a lanciare accuse d’incompetenza o addirittura di cattiva fede a chi ha cercato di contrastare l’espansione del virus nelle settimane passate. Ma capire gli errori fatti può essere ancora molto utile per guidare i provvedimenti futuri. Per questo ritengo importante l’intervento del professor Luca Ricolfi (docente di Analisi dei dati presso l’Università di Torino) pubblicato questa mattina 29 marzo sul Gazzettino. Il professor Ricolfi mostra che i primi interventi sia del governo nazionale sia della Regione Veneto sono stati poco efficaci, e spiega perché. Entrambe le istituzioni hanno poi cambiato strategia e oggi si muovono in quella che Ricolfi ritiene la giusta direzione. La lettura del suo intervento è illuminante sia per capire bene come funziona il contagio sia per valutare il comportamento dei dirigenti delle nostre amministrazioni, regionale e nazionale. Nell’articolo si illustra come l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia, credo giustamente, rovesciato la sua posizione riguardo ai tamponi, anche grazie agli sforzi del dottor Andrea Crisanti dell’Università di Padova (la faccenda è stata oggetto di accese discussioni anche nella trasmissione Petrolio di ieri sera su Rai2). Cambiare posizione può essere un motivo di onore anziché di leggerezza. Pertanto riporto qui sotto l’articolo per intero, dal quale traggo le date principali della vicenda fino a oggi:
21 febbraio: scoppiano i due focolai di Codogno e Vo’ Euganeo;
21-28 febbraio: offensiva del governo contro i tamponi;
5 marzo: a seguito di vari eventi si capisce che i tamponi sono importantissimi;
10-16 marzo: si conferma l’importanza dei tamponi;
16 marzo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda: “test, test, test” (si veda il mio post di quel giorno);
26-28 marzo: parte la corsa ai tamponi, ma mancano i reagenti.
(Nell’immagine il professor Luca Ricolfi).

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