IL SOVRANISMO E’ CIECO ED E’ SUICIDA
Ci vuole tanto per capire che la soluzione migliore per sconfiggere il virus sarebbe la cooperazione internazionale? Che quando occorrono mascherine o respiratori tutto sarebbe più semplice se un’autorità planetaria li mandasse nei paesi in cui occorrono, continuando a produrli per gli eventuali bisogni imminenti di altri paesi? Il sovranismo non può generare altro che sprechi, infelicità, odio, rivalità e povertà. Non ci è bastato l’esperimento dell'”autarchia” sotto il fascismo?
Leggete questa bellissima intervista della CNN allo storico israeliano Yuval Noah Harari (oggi famoso e seguitissimo, per fortuna; lo vedete nella foto qui sopra). L’intervista è di tre giorni fa, 17 marzo, la trovate in traduzione italiana sul sito web it.gariwo.net e potete leggerla cliccando qui (è stata segnalata questa mattina su Pagina 3 di radio 3 da Nicola Lagioia).
Tra le domande:
“Ha mai visto nella storia una crisi simile a questa?” (Risposta: Non vediamo un’epidemia globale di questa portata da almeno 100 anni).
“Che cosa la spaventa di più?” (Risposta: La disunione che vediamo nel mondo. La mancanza di leadership e cooperazione… Dopo l’età della pietra non è più possibile reprimere le epidemie attraverso l’isolamento… Se un paese come l’Italia sapesse che nel caso decidesse di fermarsi riceverà aiuto da altri paesi sarà disposto a prendere prima questa decisione drastica. A beneficio dell’intera umanità…).
AMANPOUR: Come si può fare?
HARARI: Supportando i sistemi sanitari di tutto il mondo. Rendendosi conto che ciò che sta accadendo ora in Africa occidentale o in Iran o in Cina, è non solo una minaccia per gli iraniani o i cinesi, ma anche una minaccia per gli israeliani. Quindi, abbiamo bisogno di più realtà come l’Organizzazione mondiale della sanità e maggiore solidarietà internazionale per aiutare il Paese che è attualmente più colpito a far fronte a questa crisi. Con l’invio di attrezzature e personale e, più di ogni altra cosa, con buone informazioni, scientifiche, o con il sostegno economico. Un Paese in cui inizia un focolaio, se pensa di essere da solo esiterà a prendere drastiche misure di quarantena perché penserà “be’, se blocchiamo l’intero Stato o intere città collasseremo economicamente e nessuno verrà ad aiutarci, quindi aspettiamo e vediamo se è davvero un pericolo così grande”.
Leggete qui l’intervista completa.
P.S. Qualcuno dica a Nicola Lagioia (e a Edoardo Camurri) di seguire un corso elementare di pronuncia dell’inglese. Non si può continuare con questa pigrizia! Facciano almeno lo spelling italiano dei nomi o cognomi. Per trovare gariwo.net questa mattina c’è voluta tanta ostinazione. Per fortuna esiste un eccellente servizio di radio3 che permette di risalire agli articoli, anche se spesso obbliga a risentire tutto se il vostro nome si trova verso la fine.
Il giro lungo di Checco Canal
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