Lo faccio con una settimana di ritardo, ma non potevo non annunciarvi la notizia che da sabato scorso mi fa compagnia. Non è di politica né di sanità ma di letteratura, o anzi di vita reale, di forma e contenuto dei pensieri che contano. Nell’apparentemente giocoso torneo uno-contro-uno in corso sull’inserto Robinson (di Repubblica) due tra i contendenti erano Giuseppe Berto con Il Male oscuro e Pier Paolo Pasolini con Ragazzi di vita. La cosa era per me importante perché per molti decenni (più di cinque) il Male oscuro è stato uno dei romanzi italiani contemporanei che più mi hanno convinto. Anzi, emozionato e commosso, anche nutrito. Era uscito in un periodo di romanzi scritti di testa e non di mente e cuore, esercizi di stile, prediche sociologiche, gruppi d’avanguardia senza rapporti con il vivere. Poi è stato quasi dimenticato. Adesso, ecco, si prende una giusta rivincita. Siamo agli ottavi di finale del torneo lanciato da Robinson: è già un miracolo, leggendo la prose di alcuni giurati degli altri duelli, che sia arrivato fin qui; ma chissà mai, potrebbe perfino essere votato il miglior romanzo italiano del dopoguerra. Per me è stato certo il più entusiasmante. (Altra soddisfazione: ha vinto Sciascia contro Camilleri, con ottime motivazioni).
Il giro lungo di Checco Canal
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno.
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