SALVI A META’ ANCHE NOI RESIDENTI
L’articolo della Nuova Venezia che riporto qui sotto si riferisce agli operatori turistici, che sarebbero stati gravemente colpiti dal calo di clienti dovuto alle recenti acque alte. In tal modo però l’articolo mette in evidenza la fragilità di un’economia fondata quasi esclusivamente sul turismo: bastano pochi eventi o circostanze avverse per metterla in crisi. Molto più solida (e più redditizia per gli abitanti non proprietari di bar o alberghi) sarebbe un’economia diversificata, se gli amministratori volessero finalmente porvi mano.
Però, se i ricchi albergatori e ristoratori hanno parzialmente sofferto, immenso è stato il sollievo per gli abitanti che sono rimasti in città. Vaporetti entrabili, strade percorribili, perfino qualche angolo di silenzio e di poesia. E tre mostre meravigliose, entrabili anch’esse: Francesco Morosini al Museo Correr, Paolo Sarpi alle sale monumentali della Marciana e da Tiziano a Rubens a Palazzo Ducale. Solo le rive degli Schiavoni e dei Sette Martiri mantenevano la deprecabile muraglia di bancarelle a scapito del panorama lagunare e insulare. Ma nel complesso abbiamo avuto un’idea di quanto sarebbe bella la vita in una Venezia sottratta alla rapacità del turismo.
Un veneziano all’estero: andata, soggiorno e ritorno. Compratelo qui o leggetelo qui con molte più illustrazioni.