DUE SONO I PROBLEMI DI VENEZIA
Immagine: Una sala dell’Hotel Gritti durante l’acqua alta (dal New York Times).
Da qualche giorno gli amici francesi e americani mi stanno subissando di gentili e preoccupati messaggi: stai bene? puoi scappare in qualche parte? le tue barche sono naufragate?
Approfitto del blog per rassicurarli tutti: sono ancora vivo. Ho avuto qualche disagio ma niente di eccezionale. Quasi tutti hanno avuto dei fastidi, ma solo i negozianti hanno dovuto lavorare moltissimo (e qualche biblioteca che non ha saputo premunirsi in tempo).
Tanta preoccupazione ha una ragione: i giornali hanno amplificato il fenomeno acqua alta in modo spaventoso. Le Monde di oggi ha scritto: “Venise est morte” (articolo di un veneziano, Roberto Ferrucci, che tra l’altro insegna Scrittura creativa a Parigi: si vede che ha voluto mostrare ai suoi studenti l’uso della figura retorica chiamata “iperbole”). Il New York Times ha titolato: “Venice Flooding Brings City to ‘Its Knees’ ” (citando “in ginocchio” del sindaco) e oggi “Le acque si chiudono sopra Venezia” (Waters Close Over Venice: forse pensava ai versi di Dante in cui Ulisse racconta la sua morte: “Infin che ‘l mar fu sopra noi richiuso”). Tocchiamo ferro.
Speriamo solo che questo interesse per Venezia continui anche quando l’emergenza sarà passata e dovremo affrontare l’altro grande problema, che forse non lascia scampo. Quale sia questo problema lo accenna lo stesso New York Times (non a caso l’articolo è di Shaul Bassi, veneziano e professore a Ca’ Foscari; e la cosa mi fa pensare che quel titolo catastrofico non sia dell’autore ma della redazione). Ricopio qui le sue parole finali e le ritraduco in italiano:
Ma noi non siamo vittime innocenti di deità primordiali o di politici compiacenti. Molti concittadini veneziani sono ben felici di trarre guadagni dall’irresponsabile economia che fa del turismo l’unico gioco giocabile, spogliando Venezia di residenti e studenti, e lasciando svanire tutte le cure e le conoscenze che sarebbero necessarie per preservare questo luogo fragile e stupendo.
Qui sotto i titoli dei due articoli.