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I POVERI DI OGGI, POPULISTI DI DOMANI?

I POVERI DI OGGI, POPULISTI DI DOMANI?

Il premio Nobel per l’economia è andato a tre docenti americani (due del MIT e uno di Harvard) per aver migliorato e diffuso un modo empirico e concreto di ridurre la povertà nel mondo. Nel riferire l’evento, la Repubblica di oggi pubblica un articolo di Federico Rampini illustrato da alcuni grafici eloquenti: il numero di persone sul pianeta che vivono sotto la soglia di povertà (1,90 dollari al giorno) è diminuito negli ultimi due anni di ben 70 milioni (da 804 a 735 milioni). Nel totale dei poveri attuali, circa 7 milioni vivono in Cina e ben 413 milioni nell’Africa sub-sahariana.

Intanto in altre pagine dello stesso giornale si legge che nelle elezioni in Polonia (paese il cui reddito pro capite è aumentato vertiginosamente dai tempi del comunismo) una vittoria nettissima è andata alla destra nazionalista. E che la Cina così migliorata sta reprimendo con la forza le proteste di Hong Kong.  E che Donald Trump ha dichiarato: “E’ vero, io uso un linguaggio semplificato e populistico. Ma se parlassi più raffinato, ai miei discorsi negli stadi verrebbero duecento persone, non centomila come oggi” (trovate qui la citazione precisa).

Il problema che si pone è allora: tutte le difficili lotte contro la povertà servono principalmente a creare nuovi esaltati egoisti e nazionalisti? Altre persone capaci solo di combattersi le une contro le altre e di soffocare le aspirazioni di chi vorrebbe vera eguaglianza sulla terra, vera giustizia sociale e vero altruismo? No, dobbiamo avere fede che le cose non stiano così. Ma ci vuole una pazienza infinita. La biologia dell’uomo spinge da millenni verso l’egoismo. Lunga è la strada per il trionfo dell’empatia e della cultura. Succederà, dobbiamo crederci, ma non sarà né per oggi né per domani.

(Nota: : L’articolo di Rampini sulla Repubblica di oggi non è ancora comparso sul sito web del giornale (lo sarà forse domani, nella sezione “Nobel”). Da esso traggo un’illustrazione sulla povertà nel mondo negli anni 2013-2015, alla quale faccio riferimento in questo post e che riproduco qui sotto.

 

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