LE CALUNNIE DI SGARBI E LE DEBOLEZZE DEI MEDIA
La faccenda dell’Uomo di Vitruvio permette di mettere in luce alcuni difetti della comunicazione dei nostri giorni. Ieri 11 ottobre Vittorio Sgarbi, intervistato nel programma “Quante storie” in onda tutti i giorni alle 12,30 su Rai3, ha tentato di ridicolizzare l’Associazione Italia Nostra, a proposito del prestito dell’Uomo di Vitruvio, chiamando due volte i suoi membri “un gruppetto di facinorosi”. Il trasporto del disegno di Leonardo sarebbe secondo lui stato approvato dalla Soprintendenza, dall’Opificio delle Pietre Dure e dall’Istituto Centrale del Restauro. Quello che non ha detto è che la direttrice del Gabinetto disegni dell’Accademia aveva detto no, e così la restauratrice capo dell’Accademia. E un articolo di una notissima restauratrice sul Gazzettino di ieri chiarisce che l’Opificio e l’Istituto non avevano detto né no né sì, ma “i loro pareri sono dei ni”. E nell’articolo la restauratrice spiega che l’inchiostro usato da Leonardo, di tipo metallo tannico, può sparire con una lunga esposizione. L’articolo del Gazzettino, che riporto qui sotto, contiene altri dettagli che confermano la necessità di precauzioni estreme per quel foglio leonardesco.
Ma è stato facile per Sgarbi ridicolizzare i nobili sforzi di Italia Nostra, anche in assenza di rappresentanti del parere opposto. E’ stata una grave carenza di quell’ottimo programma, ma purtroppo è una cosa alla quale siamo abituati. La verità è spesso complicata e sfumata mentre i talk show vivono di affermazioni sensazionali e grossolane.
sono d’acordo con Lanapoppi; da tempo sostengo ch le operevanno viste dove sono nate o nel empo collocate. Nel caso specifico dell’uomo di Vitruvio il critico Sgarbi nella trsmissione citata, si è comportato ineducatamente senza alcun rispetto verso una Associazione che, molto ha fattoper la difesa dell nostra città e non solo.