Sarà tutta invidia?
Io non so se Andrea Camilleri abbia scritto altri romanzi o saggi più avvincenti di quanto siano le storie del commissario Montalbano. Non ho mai sentito il bisogno di accertarmene. Però so che non sono mai riuscito, pur essendo appassionato di televisione, di cinema e di narrativa, a resistere più di pochi minuti quando dallo schermo scompariva l’immagine della bellissima terrazza e il racconto si addentrava nelle vite di improbabili famiglie siciliane e di un commissariato presidiato da una macchietta caricaturale di maresciallo minorato mentale, pur interpretato da un bravissimo attore.
Perciò non capisco le esaltazioni retoriche e le esercitazioni di lirica giornalistica che hanno accompagnato l’annuncio della morte dell’autore. Trovo che siano profondamente diseducative. Sembra che Montalbano sia il massimo della letteratura solo perché ha raggiunto il massimo dell’audience, proprio come la politica dell’attuale capo della Lega, che sarebbe giusta e vera solo perché piace a un sacco di gente.
Sarà tutta invidia? Mah. Penso che Camilleri mirasse a intrattenere piacevolmente, a rassicurare, a discretamente sorprendere: e ci è riuscito in pieno, almeno per la fascia di lettori alla quale si rivolgeva. Di questo gli va dato pieno riconoscimento. Ma senza perdere così platealmente ogni senso della prospettiva.